28 marzo 2018

Furore: uno dei più bei romanzi di Steinbeck

Non conoscevo l'autore americano Steinbeck perciò la prefazione del libro mi è stata utile per acquisire informazioni essenziali sulla sua vita e le sue opere inserendole nel contesto socio-economico dell'epoca nella quale visse.

Furore, titolo originale The Grapes of Wrath (I frutti dell'Ira) è una delle opere che raccontano con molto realismo le vicende dei braccianti agricoli americani negli anni '30.

Steinbeck nel 1962 fu insignito del Primo Nobel per la letteratura per le sue opere realistiche e immaginative e Furore fu premiato col Pulitzer nel 1940 e ne fu tratto un film.

Furore: uno dei più bei romanzi di Steinbeck


Furore di John Steinbeck


Il libro di oltre 400 pagine edito da Bompiani, io ho letto l''edizione uscita nel 1977, racconta il ritorno a casa del giovane Tom dalla prigione nella quale aveva scontato una pena per omicidio. Dopo soli quattro anni di assenza trova una situazione per lui impensabile perché la sua numerosa famiglia deve lasciare le terre lavorate per anni in qualità di mezzadri.
L'agricoltura si sta modernizzando e ai padroni, spesso banche o grandi latifondisti, conviene utilizzare una trattrice che fa il lavoro di tante persone.
Così non solo i Joad ma migliaia di famiglie devono lasciare le loro terre negli stati centrali dell'America.
Un volantino distribuito in giro invita questi contadini ad andare in California dove troveranno lavoro come braccianti agricoli raccogliendo uva e frutta.
Così i Joad svendono le poche cose che posseggono e partono alla volta della nuova Terra Promessa lungo la famosa route 66.
Sembra che non arrivino mai e lungo la strada iniziano a dubitare di aver fatto la cosa giusta anche ascoltando le opinioni di chi ha già provato a far fortuna laggiù.
Arrivati in California si scontrano con una dura realtà: quando c'è troppa manodopera disponibile i padroni abbassano le paghe e non sarà facile né trovare lavoro né ricevere denaro a sufficienza per sfamarsi.
Il loro sogno s'infrange.

Furore è un romanzo molto realista che racconta la vita quotidiana di una famiglia come tante dell'Oklahoma costretta a lasciare il luogo dove ha sempre vissuto e andare incontro all'ignoto con l'animo pieno di speranze di un futuro migliore.

Leggendo le parole di Steinbeck sembra di essere lì con loro nella polvere delle strade che sembrano non aver mai fine, nei rifugi improvvisati che trasformano i Joad da emigranti in nomadi, in profughi.
Come dice bene l'autore se però si vuole aiuto bisogna rivolgersi ad un povero perché ha cuore e conosce le sofferenze, non a un ricco!

Mi è piaciuto molto il modo di scrivere di Steinbeck che riesce a descrive molto bene i paesaggi che da semplici turisti sarebbero meravigliosi da attraversare ma che diventano un inferno per una famiglia stipata su un camioncino che corre verso l'ignoto.
Non è invece così bravo nel delineare gli stati d'animo dei vari personaggi, molto diversi tra loro ma nel contempo rappresentativi delle diverse anime degli emigranti.
Tom e il fratello Al sono senza dubbio quelli più determinati a farsi valere, soprattutto Tom che non accetta di essere ridicolizzato né trattato male.
La madre è una donna molto realista e pragmatica che riesce a tenere insieme la famiglia nonostante le avversità e che detiene il comando della famiglia. Gli altri figli sono troppo piccoli per capire oppure sognatori come Rosa Tea che lasciata dal marito spera in un suo ritorno.
L'ex predicatore Casy non fa parte della famiglia ma trascorre con loro molto tempo ed è il più realista nel comprendere come siano sfruttati.

La prima parte del romanzo descrive il viaggio e le speranze dei Joad mentre la seconda racconta la loro vita da nomadi in California e le lotte dei braccianti per avere riconosciuti i loro diritti, lotte non certo facili e spesso sedate con violenza.

Non c'è un finale perché Steinbeck vuole secondo me solo raccontare quel periodo di difficoltà economiche che, anche grazie alle riforme del New Deal di Roosevelt, finì.

Seppure siano passati tanti anni da allora quella crisi assomiglia a quella vissuta oggi a livello globale da tutti noi. Tanta manodopera poco qualificata che si contende lavori sempre più precari, diritti che vorrebbero eliminare, prezzi che continuano a salire e non si vede la fine di questa crisi.

Furore è un viaggio di speranza verso la Terra Promessa. Un romanzo realista che descrive una crisi che può essere letta in chiave moderna mentre poco delineati sono gli stati d'animo dei protagonisti.

2 commenti:

  1. Non conoscevo questo autore né il libro. Grazie! Mi ha davvero incuriosito. L'ho messo nella Wish List di Amazon. Il tema è quanto mai attuale

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  2. L'ho letto anch'io, è stato il primo (e purtroppo ancora l'unico!) libro di Steinbeck! Anche a me è piaciuto parecchio e l'ho trovato più che attuale... potrebbe essere benissimo un'opera scritta anche negli ultimi anni. Speravo che alla fine la storia si concludesse in qualche modo e invece no... finale così aperto che non sembra quasi nemmeno un finale :)

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